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TV, potere e persuasione

Psicologia Sociale

Guardando la TV negli ultimi tempi, mi sembra di essere ritornati indietro nel tempo non tanto per ciò che veniva trasmesso durante la campagna elettorale del ’94, ma ancora prima quando tutto ebbe inizio, quando negli anni ’40 Hovland & Co. diedero vita ad un centro ricerche presso l’Università di Yale; centro specializzato nello studio di fenomeni di persuasione. Il loro obiettivo era scoprire se e in che modo si potessero influenzare, e di conseguenza cambiare, le opinioni, gli atteggiamenti e i comportamenti delle persone grazie a messaggi persuasivi preparati ad hoc e veicolati tramite mezzi di comunicazione.

Oggi sembra scontato affermare che la TV bombardi i suoi spettatori con messaggi persuasivi e che non tutti abbiano un nobile fine, ma in quegli anni ci si interrogava molto riguardo agli effetti che potessero avere le comunicazioni mass-mediali.
Perché tanto interesse? Non di certo per vendere più Coca-Cola e pop corn (New Jearsy, 1957. Esperimenti sui messaggi subliminali)! In quegli anni la classe politica statunitense voleva accertarsi di giocare tutte le carte a disposizione per raccogliere il consenso sia dei cittadini che dei militari, riguardo la decisione di entrare in guerra. Era questo appunto lo scopo principale degli studi condotti nei laboratori di Yale.
Anche altri ricercatori si occuparono, tra la Prima e la Seconda Guerra Mondiale, di studiare gli effetti delle campagne di propaganda con messaggi diffusi attraverso notiziari, radio, stampa volantini, dischi, film, manifesti. Era un periodo in cui veniva chiesto alla povera gente un enorme sacrificio comune per sostenere e finanziare la guerra, per il bene della propria nazione ed in questo contesto i mass media avevano il compito di alimentare il senso di appartenenza nazionale dei cittadini e l’odio verso il nemico.

Vi sembra tanto diverso da quanto accade oggi? Credo di no! L’unica differenza è che oggi c’è più consapevolezza di quanto una frase, un concetto ma anche un singolo termine detto in un determinato modo mediante parole più ricercate (comunicazione verbale), valorizzato da espressioni del volto più accattivanti (comunicazione non verbale), il tutto avvolto dalla giusta intonazione (comunicazione paraverbale), possa essere la mossa vincente per aver successo tra i poveri inconsapevoli spettatori (che in politica altro non sono che elettori) e per stracciare la concorrenza.
Fortunatamente la TV e gli altri mass media non veicolano soltanto messaggi negativi, anche se persuadere e influenzare lo spettatore ad adottare comportamenti prosociali e altruistici è sicuramente un lavoro più duro che richiedere uno sforzo maggiore, sia per chi trasmette il messaggio che per chi lo riceve.

Credi quindi che sia meglio aprire gli occhi e ragionare con la propria testa, o lasciare che qualcun altro decida cosa e come pensare? Confido nel tuo giudizio critico.

La sicurezza del potere si fonda sull’insicurezza dei cittadini” (Leonardo Sciascia)

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