
Eureka! (Ho trovato!). E’ l’esclamazione attribuita ad Archimede quando ebbe una illuminante intuizione. La leggenda narra che mentre faceva il bagno in una tinozza, scoprì quello che sarebbe diventato noto come “Principio di Archimede”, ovvero osservò che quanto più si immergeva nell’acqua, tanto più liquido veniva spostato (« Un corpo immerso in un fluido riceve una spinta dal basso verso l’alto pari al peso del volume di fluido spostato»). Per la gioia pare che lo scienziato, uscendo nudo dalla vasca, incominciò a correre per le strade gridando la ormai famosa esclamazione, Eureka!
Ma qual è stato il contributo fondamentale che portò il matematico a scoprire questo principio? E’ stato il frutto di continui esperimenti basati sulla logica e sui calcoli o semplicemente il risultato di un pensiero più originale? Quale strada avrà intrapreso la sua mente per giungere a questa scoperta?
Probabilmente dati i continui insuccessi dei suoi esperimenti, la sua deduzione sarà stata più creativa di quanti, essendo lui un matematico, avranno immaginato. Probabilmente avrà utilizzato inconsapevolmente un approccio creativo per la risoluzione del problema. E già, non sempre i problemi si risolvono facendosi guidare dalla logica e da un pensiero rigido e circoscritto.
Edward De Bono è noto in tutto il mondo per i suoi studi e i numerosi libri pubblicati sulla creatività, sulle abilità del pensiero ed in particolar modo sul pensiero laterale. Descrive due tipi di processi mentali opposti, ma complementari, il pensiero verticale o logico ed il pensiero laterale o creativo.
De Bono afferma che “il pensiero laterale si preoccupa di trovare nuove interpretazioni della realtà e si interessa di nuove idee di ogni genere. Non si serve necessariamente di nuovi elementi, ma anche di vecchi concetti elaborati in modo diverso”, così come è accaduto con la teoria della relatività di Einstein. Infatti egli formulò la sua teoria senza fare alcun esperimento e senza introdurre nuovi elementi, si avvalse solo dei dati scientifici che aveva a disposizione rielaborandoli diversamente da come era avvenuto sino ad allora. Gli esperimenti e la conferma della sua teoria avvennero in un secondo momento.
Ma quindi cos’è il pensiero laterale, in cosa si differenzia da quello logico? I due tipi di pensieri seguono percorsi molto diversi.
Il pensiero verticale o logico lo possiamo immaginare come una colonna (verticale appunto!) di pietra; ogni qualvolta viene posizionata ed inserita solidamente la prima pietra è possibile aggiungerne una seconda e fissarla bene prima di passare a quella successiva. Vi è quindi l’esigenza di collaudare e controllare il processo di pensiero in ogni sua fase avendo ben chiara la strada da percorrere.
Il pensiero laterale o creativo non segue invece nessuna regola di consequenzialità, non interessa tanto il perché del percorso seguito quanto la valida conclusione alla quale si è giunti. Non ha direzioni obbligatorie ed è per questo motivo che il creativo può anche allontanarsi dal problema per poterlo risolvere.
Parliamo quindi di un pensiero innato o di facile acquisizione?
Se è vero che applicandosi con impegno e con un po’ di esperienza si può riuscire a far propria questa modalità di pensiero, è vero anche che molti posseggono una naturale attitudine al pensiero laterale, “un abito mentale” così come lo definisce De Bono.
Il problema di chi invece non riesce ad indossare questo abito, è tipico di colui che continua ad operare e muoversi alla ricerca della soluzione rimanendo all’interno di un certo confine, una linea che delimita il suo campo d’azione, ovvero il suo pensiero. Spesso però nella realtà questi confini non esistono e la soluzione è da ricercarsi al di fuori di essi.
Per chi si vuol realmente cimentare nel ragionare diversamente, in modo creativo è bene che sappia che importante è il modo di vedere le cose. Prova ad osservare il problema da un altro punto di vista, da un’altra angolazione; ti accorgerai che appariranno ai tuoi occhi, alla tua mente degli aspetti e dei dettagli nuovi che prima ignoravi, di cui eri all’oscuro.
Bene, ti va di passare dalla teoria alla pratica? Ti propongo semplice esercizio, “Il gioco dei 9 punti”. Dati i nove punti, collegarli tutti con quattro segmenti senza passare dallo stesso punto due volte e senza alzare la matita dal foglio.
Ora tocca a te! E ricorda, per risolvere il problema apri la tua mente, liberati dai confini e dagli schemi mentali.

Bibliografia:
Edward De Bono, “Il pensiero laterale. Come diventare creativi”. BUR Biblioteca Universale Rizzoli.